Le punture di imenotteri (apidi: ape-bombo; vespidi: vespe e calabroni di varie specie) sono relativamente frequenti in Italia e normalmente interessano tutti almeno una volta nella vita. Sono nella massima parte dei casi ben tollerate e provocano una normale reazione locale che non necessita di trattamento. Non vi sono indicazioni a fare test allergologici e ad adottare norme di profilassi.
Reazioni allergiche non gravi
Le reazioni allergiche non gravi, chiamate di tipo locale esteso, provocano un eritema con infiltrazione cutanea oltre i 7-10 cm di diametro che può persistere nei giorni e può interessare anche un intero arto. La loro frequenza è variabile, dal 2 al 26% della popolazione generale in base a casistiche diverse e diverso grado di esposizione. Tali reazioni vanno trattate con terapia antistaminica e steroidea per via orale; è opportuno comunicare l’accaduto e recarsi dal medico di famiglia o accedere se necessario in pronto soccorso. Tali reazioni sono poi meritevoli di una valutazione allergologica. Infatti in pazienti con documentata elevata sensibilità ai test cutanei per imenotteri, è stato documentato un rischio alla ripuntura di una reazione sistemica fino al 24% dei casi.
Reazioni allergiche sistemiche
Nell’ambito delle reazioni allergiche sistemiche, quelle che interessano unicamente la cute (orticaria diffusa e prurito) sono le più frequenti, rappresentando dal 30% al 60% dei casi. Per questi pazienti è necessario un accesso in Pronto Soccorso, per il trattamento e la osservazione del caso. Il paziente già prima dell’arrivo in PS può eseguire terapia antistaminica a dosaggio pieno (1 o 2 compresse di antistaminico) e cortisonica (a seconda del peso 50 o 75 milligrammi di prednisone per bocca). Il rischio di una progressione verso una reazione più grave alla ripuntura è relativamente basso, nell’ordine del 15%. Tutti questi pazienti devono poi essere visitati dall’allergologo non solo per eseguire la diagnosi, ma anche per decidere la strategia terapeutica in caso di successive punture.
Reazioni anafilattiche
Le più gravi reazioni coinvolgono in contemporanea più sedi ed organi del nostro corpo e vengono per tale ragione chiamate anafilattiche. Possono quindi causare sintomi progressivamente più gravi, come nausea, vomito, difficoltà respiratoria, vertigini, malessere e stanchezza con calo pressorio e perdita di coscienza. Queste reazioni, pericolose per la vita, si affrontano nella fase critica in Pronto Soccorso con la idonea terapia di emergenza a base di adrenalina, oltre ad altri farmaci quali antistaminici, cortisonici, ad infusione di liquidi, somministrazione di ossigeno. La terapia con adrenalina viene anche fornita direttamente ai pazienti allergici tramite auto-iniettori del farmaco dosati in base al peso e alla età del paziente.
Questi auto-iniettori consentono al paziente, prima dell’arrivo della ambulanza, di auto iniettarsi il farmaco salvavita adrenalina nella sede opportuna, il muscolo della coscia, necessario per contrastare gli effetti di una reazione anafilattica. I pazienti vengono istruiti in ambito specialistico all’utilizzo corretto di questi auto-iniettori, che vengono forniti gratuitamente, previa compilazione del relativo piano terapeutico da parte dello specialista.
All’estero è già in commercio una innovativa e promettente adrenalina utilizzabile con un semplice spray nasale, come ulteriore possibilità terapeutica.
Immunoterapia specifica
L’unica terapia in grado di prevenire nuove reazioni allergiche è rappresentata dalla immunoterapia specifica. Tale terapia immunologica è estremamente efficace (fino al 95-98% dei casi), deve essere eseguita in ambiente specialistico utilizzando veleni standardizzati di api e vespidi.
La terapia risulta già efficace non appena si raggiunge la dose terapeutica, va proseguita in genere per 5 anni e, una volta interrotta, mantiene la sua efficacia per molti anni. In casi particolari (pazienti esposti come gli apicoltori, reazione iniziale molto grave, malattie che favoriscono reazioni molto gravi come la mastocitosi) tale terapia viene suggerita per un periodo più prolungato, anche per tutta la vita.
Articolo a cura di Gabriele Cortellini, responsabile SSI Allergologia, AUSL della Romagna